Nuova pubblicazione di
rilievo internazionale per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per
la collana FUOCHI diretta da Ottavio Rossani. Si tratta di un progetto
editoriale, quello appunto della collana FUOCHI, che prevede poche uscite
annuali, e verte fondamentalmente sull’individuazione di quelle voci poetiche italiane,
che secondo Rossani generano, mantengono e comunicano un “fuoco” di forza
stilistica, formale e metrica in grado di incendiare gli animi del lettore.
“Abitare la ferita” è una
sequenza di testi lievi, ma dolorosi. Il dato di fatto è che l’amore muore. È
“lui” che non funziona più, che si allontana. Lei non sopporta la sofferenza.
Non l’accetta. E il tentativo di spiegarla non la conforta. Deve elaborare la
separazione, deve curare la ferita. Il corpo reagisce rifiutando la realtà.
Sembra impossibile poter continuare a vivere, recuperare tutto ciò che manca
nel vuoto della distanza. Non può non ripensare (ricordare, interrogare) al
deterioramento del legame: “più mi avvicinavo, più ti allontanavi”. Sul corpo e
nella mente, fisicamente e ariosamente, si addensano ira, delusione, sfiducia
nell’immaginare un nuovo percorso di vita e d’amore. Eppure, lentamente,
diremmo naturalmente, qualcosa si muove, le ipotesi di risveglio dall’apatia si
moltiplicano. “Non sono solo io ad aver perso un amore, un amico”. I segnali
sono discontinui: i sogni ricominciano a regalare immagini nuove, le parole
pensate aiutano a ridurre i contorni della ferita (anche se lei, sente “assottigliarsi
la pelle che circonda la ferita”), mentre ancora identifica luoghi, persone,
cose che appartengono a un passato che non vuol passare. Tuttavia tutto
progressivamente si sfuoca. Nessuno può spiegare perché finisce l’amore. Non
c’è un momento preciso in cui si può identificare la caduta; non c’è un
percorso canonico di salvezza o di recupero del rapporto “strappato”. C’è solo
il presente inesorabile. Il dolore è troppo grande per poter razionalizzare
l’accaduto. Solo il tempo, o l’allontanamento dai luoghi in cui la vicenda si è
rotta, può lenire lo “strazio”. Lei si domanda: sono io a non aver capito
nulla, a non aver saputo intuire le debolezze e agire per rafforzare il
rapporto, il dialogo, la tenerezza. I ricordi del suo profumo, del suo modo di
muoversi, dell’inadeguatezza dei suoi comportamenti (senza rimedio
quell’arrivare sempre in ritardo), servono ben poco per cercare un chiarimento
(surreale, impossibile). Dunque, tutto è accaduto perché doveva accadere.
Lentamente lei, donna ferita, ma ansiosa di trovare un nuovo orizzonte
ricostruttivo (“uno straccio di sopravvivenza”), comincia a ipotizzare,
desiderare, un’uscita dall’autocommiserazione: “… il mio nuovo voto/ ritornare
a possedere il cielo”. I versi sono puliti, il ritmo è coerente alla
discontinuità del sentimento, la lingua è libera da controsensi, spesso la
linearità si esprime in versi più lunghi degli altri. La scrittura è
asimmetrica, ma coerente agli scompensi da ricomporre. Riparte la sua
“rivoluzione” proprio con i versi, e se anche ci sono molti “nodi da slegare”,
troverà “la parola che non ti appartiene e che mi salverà”. La salvezza è una
nuova lingua, che indica il nuovo modo di intuire il proprio essere. (dalla
prefazione di Ottavio Rossani)
In copertina: Ottavio
Rossani
La donna del sogno - (particolare)
acrilico su tela, 2000 -
cm. 50 x 70
Valentina Casadei è una
sceneggiatrice, autrice e regista italiana. Diplomata in storia del cinema al
Dams di Bologna e in sceneggiatura all’Eicar di Parigi, ha scritto e diretto
due cortometraggi, "Giusto il Tempo per una Sigaretta” (Italia, 2020). e
“Ronde Nocturne” (Francia, 2024). Sue poesie e racconti brevi sono apparsi su
varie riviste letterarie italiane cartacee e online. Ha pubblicato cinque
raccolte di poesie: "Tormento Fragile" (Bertoni, 2018), "Il
Passo dell'Inerzia" (SaMa, 2020), "Uno Più Uno Fa Uno"
(Ensemble, 2020) e in Francia, “Plainte Contre A”(Maintien de la Reine, 2023) e
“Habiter la Blessure” (Éditions du Cygne, 2023). Ha vinto diversi premi, tra
cui il Premio Carver nel 2022. Attualmente insegna sceneggiatura all’Eicar, è
lettrice di sceneggiature per il CNC e sta sviluppando il suo primo
lungometraggio, “L’Enfant Seul”, iniziato all’Atelier Scénario della Fémis di
Parigi. “Abitare la ferita” è la sua sesta raccolta. Queste poesie non sono
altro che un piccolo tentativo di rinascere dalle ceneri. Quando lo strappo di
una rottura guasta, sboccia un sorprendente bisogno di riparazione e
ricostruzione, che spesso comincia dal potere salvifico che risiede nella
condivisione: di questi testi, per esempio.
Info
Collana Fuochi diretta da
Ottavio Rossani
https://collanafuochidirettadaottaviorossani.blogspot.com/
Abitare la ferita di
Valentina Casadei
https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2024/02/abitare-la-ferita-di-valentina-casadei.html
Valentina Casadei
Scénariste / Réalisatrice
/ Auteure
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