giovedì 31 dicembre 2020

TEMPORARY STORE SINCE 2013

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Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano: nuova edizione di Annibale Gagliani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

«Il primo libro di Annibale Gagliani è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato, limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e ai vulsi, estranei tra loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici), epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota affinità mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte». (Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)

 

Annibale Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di «Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale, editorialista di punta per «Sport in Condotta» e ospite della trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica per la rivista romana «L’Intellettuale Dissidente», e di musica e sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali, oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno e disincanto», ritroviamo Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e Gianni Brera.

 

Info link

https://www.amazon.it/Impegno-disincanto-Pasolini-Andr%C3%A9-Gaetano/dp/1078113955/ref=sr_1_24?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565721020&s=books&sr=1-24  

 


 

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mercoledì 30 dicembre 2020

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Al di qua delle palpebre di Roberto Shambhu (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

L’onironautica o ‘sogno lucido’, termine coniato dallo psichiatra olandese Frederik van Eeden nel 1913 è il fenomeno per cui si prende coscienza durante il sogno del fatto di stare dormendo, e la conseguente capacità di muoversi coscientemente all’interno di un sogno. L’esperienza del sogno lucido, mai dismessa in Oriente, tornata alle nostre latitudini grazie agli interventi appunto di Frederik van Eeden, poi di Stephen LaBerge, necessitava tuttavia di ulteriori apporti, di nuove connotazioni modali. L’ opera di Shambhu colma, in tal senso, il vuoto teoretico creatosi tra divieti e imbarazzi e, soprattutto, si costituisca come una prassi vera e propria, una modalità di azione consapevole nella dimensione disincarnata del sogno. Roberto Shambhu è uno che va dritto alla meta, operando una mirabile sintesi tra segno ed immagine.

Cover realizzata dall’artista Roberto Shambhu

 

Info link

https://www.amazon.it/Al-qua-delle-palpebre-onironauta/dp/1080067728/ref=sr_1_25?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565721020&s=books&sr=1-25

 


 

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martedì 29 dicembre 2020

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Andromeda di Maria Grazia Palazzo (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Andromeda è la galassia più lontana visibile da occhi umani senza l’ausilio di strumenti di osservazione. “Occhi umani”. È la prima richiesta che colgo nello scorrere i testi di Maria Grazia Palazzo, il suo appello a un’umanità che comprende tutti, anche se la silloge è prevalentemente declinata al femminile e ha un portato di analisi sulla condizione della donna. Per disegnare e collocare tale condizione, l’autrice attraversa tempi e luoghi differenti e chiama, invoca, evoca figure diverse di donne – mitologiche, note o silenti – per formare «un alveare di voci», un nuovo esercito del dire a cui assegna le parole come armi, non di offesa ma come strumento di relazione e di consapevolezza: «certe parole lanciate/ non sono benedette ma colpi di machete» per uscire dallo «stallo dei senza parola». (Dalla prefazione di Diana Battaggia)

In copertina "Ippazia" in un disegno di Piero Angelini

 

Maria Grazia Palazzo è nata nel ’68 in valle d’Itria. Avvocato e insegnante precaria. Negli ultimi anni ha intrapreso lo studio della teologia e dei diritti delle differenze e dei saperi di genere. È mamma adottiva. La sua più grande ambizione è riuscire a vivere l’ermeneutica delle differenze amorose, tenendo insieme il piano della quotidianità e quello dell’extra quotidiano

 

Info link

https://www.amazon.it/Andromeda-Edizione-Maria-Grazia-Palazzo/dp/1082186473/ref=sr_1_27?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565721020&s=books&sr=1-27

 


 

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lunedì 28 dicembre 2020

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Perché senza tv, signor Luhmann? (1) a cura di Stefano Magnolo - Media e...

Lettere da una taranta di Raffaele Gorgoni (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

"Edito dalla casa editrice salentina I Quaderni del Bardo per la collana I Sassolini, “Lettere da una taranta. I ragni e la politica” è il nuovo libro firmato da Raffaele Gorgoni, giornalista Rai, scrittore e vice presidente della Fondazione Notte della Taranta. Traendo spunto da “Lettere da una tarantata” che Annabella Rossi diede alle stampe nel 1970 (ristampato in una nuova e più aggiornata versione da SquiLibri nel 2015), il giornalista salentino ha dato vita ad un curioso espediente letterario che lo vede invertire la prospettiva narrativa dando voce a Lycosa Tarantola, il ragno a cui affida “figurativamente” la scrittura di novantanove lettere nelle quali ricostruisce le connessioni che hanno caratterizzato il rapporto tra il Festival de La Notte della Taranta e la politica. Il ragno fa sentire la sua voce critica, dopo aver atteso vent'anni in silenzio, vent’anni in cui è stato testimone e protagonista involontario di un fenomeno senza precedenti in Italia che lo ha trasformato in un marchio, in un logo stilizzato di un prodotto da vendere, ma anche di successi e sconfitte, di luci e di ombre. Le poco più di duecento pagine del volume scorrono a ritmo serrato portandoci dalle prime osservazioni sul tarantismo agli studi del fenomeno da parte di Ernesto De Martino, dalla sua progressiva scomparsa con le emigrazioni verso il Nord e l’emancipazione delle donne alla riemersione della tradizione con la riproposta negli anni Settanta. Entrando nel vivo del libro con l’analisi della genesi de La Notte della Taranta, la scrittura di Gorgoni si fa sempre più tagliente, incisiva ed ironica, consentendo al ragno di togliersi tanti “sassolini dalle scarpe” con la leggerezza e la libertà di chi non può essere accusato di essere di parte" (Salvatore Esposito su Blog Folk).

Raffaele Gorgoni giornalista Rai, è autore di romanzi di successo nazionale e internazionale.

Immagine di copertina opera di Paola Scialpi

 

Info link

 https://www.amazon.it/Lettere-una-taranta-Politica-edizione/dp/1076645003/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=lettere+da+una+taranta&qid=1565420941&s=books&sr=1-1

 


 

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domenica 27 dicembre 2020

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“THE DOORS” - The Doors Em direção ao próximo bar de whisky: Com discografia atualizada em apêndice di Giuseppe Calogiuri (i Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon)

É preciso ter coragem. Sim, é preciso ter muita coragem para pedir para eu escrever o prefácio de um livro que fala sobre uma banda dos anos ’60. Isso porque, inclusive para você que está lendo, qual é o primeiro pensamento que vem à sua mente? Com certeza umas daquelas bandas de insuportáveis hippies malucos, pacifistas, lerdos e sem sal do estilo de Mamas&Papas ou Jefferson Airplane (tenho certeza disso). Felizmente, mesmo naqueles anos terríveis do ponto de vista musical, algumas estrelas apareciam na escuridão. E, talvez, uma estrela brilhou mais que todas: a estrela do The Doors! E é exatamente sobre esta estrela que este livro fala, ou melhor, narra. E Giuseppe Calogiuri, conhecendo meu ponto fraco, soube encontrar o meio e a coragem certa. Mas, vamos começar pelo começo...No dia 4 de janeiro de 1967, The Doors lançou seu primeiro álbum auto-intitulado. Não se tratava de um ano qualquer. Aquele 1967 marcaria para sempre a historia dos Estados Unidos, antes, e do inteiro mundo ocidental, depois. Há alguns anos, as forças armadas de Whashington lutavam numa guerra não oficial longe de casa. Desde o início de seu mandato presidencial, o “progressista” John F. Kennedy começara a recrutar os garotos de seu País para jogá-los do outro lado do mundo. The Golden One (citando The Human League), filho de uma família que se enriqueceu desproporcionalmente graças ao comércio ilegal de álcool, afundou os Estados Unidos na lama do Vietnã. Seu sucessor, Lyndon B. Johnson, continuou o trabalho. Ou melhor, levou a guerra à consequências extremas.No dia 7 de agosto de 1964, o Congresso americano aprovou a H.J. Res. 1145 (mais conhecida como a “Resolução do Golfo de Tonkin”) e entregou ao Presidente Kennedy um cheque em branco para levar as tropas americanas onde ele considerasse necessário. Foi o começo da presidência imperial. Foi também o início, na prática, do recrutamento obrigatório para os jovens americanos. Aquela carne fresca era necessária. Era essencial para lutar nos pântanos e nas selvas do sudeste da Ásia. Em 1968, haveria 500.000 soldados empregados no Vietnã (com infiltração também no Camboja e Laos para perseguir os charlie).Neste clima, as universidades eram as instituições mais afetadas pela guerra. Os garotos que "ganhavam" a loteria maligna do recrutamento, tinham apenas três opções: 1) aceitar o alistamento; 2) fugir, talvez no Canadá (como Jack Nicholson); ou 3) escolher o caminho da objeção de consciência. A terçeira opção era uma escolha difícil, colocava o individuo fora da sociedade e, por isso, requeria muita coragem. Um campeão esportivo que se encontrava no topo da sua carreira recusou o alistamento várias vezes e, em 20 de junho de 1967, foi julgado culpado por traição. Aquele homem era Muhammad Ali!Um novo caminho tinha que ser encontrado. E a música era fundamental como meio de agregação para todos aqueles que queriam fazer alguma coisa (...) (Por Daniele De Luca)

 tradução por Ilaria Bisanti Diretora Accademia Italiana Pellegrini

 

Info link

 

https://www.amazon.it/DOORS-dire%C3%A7%C3%A3o-discografia-atualizada-ap%C3%AAndice/dp/1075546230/ref=sr_1_37?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565725100&s=books&sr=1-37

 


 

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sabato 26 dicembre 2020

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Cast Poetry in the Footsteps of a Woman Who Is Walking di Elisa Longo (i Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon)

Cast Poetry in the Footsteps of a Woman Who Is Walking (“I quaderni del Bardo Edizioni”, August 2018, e-book) is the title of Elisa Longo’s first book of poetry, and it’s just enough to evoke the author’s poetics: poetry doesn’t only mean “to make”– the Greek verb ποιέω (poiéo) –, it also means “to be”, and not only an idea, an image, an emotion recalled by a spot of color on paper, but much more, it’s an object on fire that must be handled, it’s a thing that scratches, blows and cuts and eventually, maybe, it makes you fall in love in the way one of Marina Abramović’s performances can.

Elisa Longo’s lines have the long breath of wheat which ripens at every new reading. They are soft like the flour which makes bread rise. They are also rough as an iron blade which is rusting under the rain, the sickle with no handle which has just reaped the field. But that blade is already blunt and described in the minutest of details, it’s a free line but forced by the limits of its own body, and palpable as the flesh which wants to blow up in the mind for falling back new in the hands. This book is a journey into the world of a dynamic and fundamental poetess; Elisa Longo’s lines are a boiling magma, a river of words in ongoing transformation; as a whole they are objective sedimentations taking on density and give us the weight of their presence without any compromise; they are the reflection of their own author, as her significant epigraph explains.

 

From the Introduction signed by Riccardo Giuseppe Mereu

 

On encountering Elisa Longo’s poems, the collection title makes an energetic first impression: poetry is cast into a woman’s footstep. Poetry, therefore, is something concrete, which doesn’t need handling with care. Quite the contrary: it needs (or shall we say ‘it gives’?) strength. Energy. Life. And it is cast into a woman’s footstep. This woman is walking. In the poet’s view, women are the future: thus, this future is definitely on the go.

Just like trees do, these poems look upwards, towards the sky, towards Life. They show the poet’s soul, and touch the reader’s.

On a final note, let us go back to the collection title, to poetry cast into a woman’s footstep. The English language gives it an added value: true, we can cast objects. But somebody (poets, certainly) can also cast a spell. Let us then surrender to the magic of the title, and see where these poetic footsteps lead us.

 

From the Postscript signed by Raffaella Ticozzi

 

Photo cover Joe Beck on unsplash

Cura editorial Valentina Sansò

 

Info link

https://www.amazon.it/Footsteps-Walking-Quaderni-Edizioni-English-ebook/dp/B07N5P9937/ref=sr_1_39?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565725100&s=books&sr=1-39

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venerdì 25 dicembre 2020

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Nei tuoi arcobaleni ... e altre poesie: Nuova Edizione Artist's Edition di Marcello Buttazzo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon)

E allora, ogni volta che leggo nuovi (e vecchi) versi di Marcello Buttazzo, mi tocca (oltre tutto) pormi delle domande e cercare le risposte. Alcune le ho trovate e sono rinvenibili nelle varie volte che di lui e del suo poetare mi sono (da dilettante: ossia – repetita juvant – per diletto) occupato. Qui potrei, a proposito della poesia di Marcello Buttazzo, rinverdire (o, se preferite, dire altrimenti) quel che già ho detto e scritto e del divenire di quel che già ho detto e scritto (oltre che dell’in progress del Nostro), ma ripetermi (lo sapete, vero?) non m’è mai piaciuto… Altre (risposte) dovrei (vorrei, potrei…) cercare adesso, dopo la lettura de Nei tuoi arcobaleni, ma non voglio discettare di questa nuova (vecchia) raccolta di versi in modo canonico (l’ho mai fatto?). Antonio Errico, durante una presentazione d’un libro (non ricordo quale), diversi anni addietro, ebbe a dire (riferendosi alla scrittura in generale…) che in fondo si scrive sempre della stessa ‘cosa’. È il mio stesso vedere. (dalla prefazione di Vito Antonio Conte)

 

Marcello Buttazzo è nato a Lecce e vive a Lequile, nel cuore della Valle della Cupa salentina. Ha studiato Biologia con indirizzo antropologico all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha pubblicato le opere “Canto intimo” (raccolta di note e poesie), “Considerazione Canti” (raccolta di articoli e poesie), “Clandestino d’amore” (raccolta di poesie) per Manni Editori, la silloge poetica “Altro da Sé”. Nel 2007, ha pubblicato la raccolta di poesie “Alba” (L’Autore Libri Firenze) e “Nei giardini dell’anima” (Manni Editori). Nel 2008, la raccolta di poesie “Di rosso tormento” (Calcangeli Edizioni) e, nel 2009, la raccolta poetica “Per strada”(Calcangeli Edizioni). Nel 2010, la silloge “Serenangelo” (Manni Editori); nel 2012, la raccolta di poesie “E ancora vieni dal mare” (Manni Editori); nel 2015, la silloge poetica “E l’alba?”( Manni Editori). Nel 2016, la raccolta poetica “Origami di parole” (Pensa Editori). Nel 2018, la raccolta poetica “Verranno rondini fanciulle” (i Quaderni del Bardo Edizioni). Per i Quaderni del Bardo, ha pubblicato nell’estate 2008 l’ebook la raccolta di poesie “Mari che non conobbi”, in vendita su Amazon. È in uscita per i Quaderni del Bardo la raccolta di poesie “Nei tuoi arcobaleni”. In copertina e all'interno cura editoriale di Giuseppe Mauro

 

Info link

https://www.amazon.it/Nei-tuoi-arcobaleni-altre-poesie/dp/1087197538/ref=sr_1_16?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=stefano+donno&qid=1565853842&s=books&sr=1-16

 


 

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giovedì 24 dicembre 2020

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NUMERI E STELLE: NUMBERS AND STARS, NÚMEROS E ESTRELAS (nuova edizione) di Laura Garavaglia (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon)

L'attenzione dell'autrice è rivolta a grandi figure storiche della matematica occidentale: dagli antichi Pitagora e Archimede ai moderni Cantor e Riemann, senza dimenticare, a chiusura di lista, il geniale quanto sfortunato Alan Turing, vittima di quel potere britannico moralistico e intollerante che ne condanno' la "diversità". I versi, oltre a ricordarci con pochi tratti le singole problematiche, ci informano dell'humus esistenziale-esperenziale dei protagonisti. (dalla prefazione di G. Isella). Cura editoriale Giuseppe Mauro

 

Laura Garavaglia è nata a Milano nel 1956. Vive e lavora a Como. Poeta e pubblicista, ha collaborato alle pagine culturali dei quotidiani “Il Giornale”, “Il Corriere di Como”, “L’Ordine”. Ha insegnato materie letterarie nelle scuole superiori della provincia di Milano e della città di Como. Ha fondato e presiede l’Associazione culturale “La Casa della Poesia di Como” ed è organizzatrice e curatrice del Festival Internazionale “Europa in versi” che dal 2011 si tiene ogni anno a Como. Ha pubblicato cinque libri di poesie, tradotti in varie lingue. Sue poesie sono pubblicate in molte riviste e siti letterari italiani e stranieri. È invitata a numerosi Festival Internazionali di poesia (Danimarca, Germania, Romania, Kosovo, Colombia, Vietnam, Giappone, Corea ecc.). www.lauragaravaglia.itTraduzione in inglese di Annarita Tavani. Traduzione in portoghese di Viviane de Santana Paulo. Prefazione di Gilberto Isella

 

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