lunedì 30 novembre 2020
Poesie di Maurizio Leo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
“Ma d’imprese Maurizio Leo sa qualcosa. D’imprese culturali a tutto tondo, dall’albata degli anni ottanta a tutt’oggi, ne ha compiute tante: dalla scrittura (cronaca, prosa, poesia) all’editoria (preziose pubblicazioni a tiratura limitata), dai reading (nei pub e nei luoghi più disparati) all’ideazione (traversando tutti i passaggi sino alla “confezione” e distribuzione) di una rivista (Il Bardo) tutt’oggi (nonostante tutto e tutti) attiva a destare (prima) e mantenere viva (adesso) l’attenzione sul territorio… Imprese per la cui realizzazione c’è voluta un’immane fatica, con spendita di tempo e sacrifici personali, spesso sul punto di ritrovarsi da solo, che soltanto un’indomabile passione ha potuto sostenere.” (Vito Antonio Conte)
“Sono figure superstiti quelle che guardano se stesse in questa poesia di Maurizio Leo che sfilaccia il Novecento e s’insinua nei sotterranei di questo secolo nuovo, di questo nuovo millennio. I paesaggi sono pozzanghere. Le creature immobili. Le storie contratte. Il lessico essenziale, strizzato come straccio, sorvegliato come se volesse, potesse sottrarsi, sfuggire alla trama, addirittura al pensiero. Ogni poesia può essere l’ultima, diceva Bodini. Le parole s’ammutinano. Maurizio va oltre. Molto oltre. Non pensa, non dice che ogni poesia può essere l’ultima. Pensa e dice che è l’ultima, inesorabilmente.” (Antonio Errico)
Maurizio Leo (Lecce, 25 luglio 1959) vive a Copertino coltivando le sue grandi passioni: la scrittura, la poesia e la cultura locale, con una preferenza non latente per la Beat Generation, l'America e luoghi del Nord come Irlanda, Scozia e Germania. Autore di 11 pubblicazioni di poesia, Nel Luglio 2014 ha ricevuto il premio Millenium a ''L'Olio della Poesia'' di Serrano, anno nel quale fu premiato anche il noto cantante Vinicio Capossela
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domenica 29 novembre 2020
Ho sbagliato tutto perché lo vedevo con i miei occhi di Elisa Longo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Dopo Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia l’autrice racconta l’amore, la vita e gli sbandamenti rovinosi causati dalla perdita di punti di riferimento. Una poetica che celebra i tentativi, le scelte, le rinunce, gli inciampi immancabili del quotidiano. La poetica di Elisa Longo “... è un guardarsi dentro come solo modo di vedere il reale fuori.” Così scrive Enrico Marià nella prefazione. «I miei tentativi amorosi sono passati dal realismo estremo a scorpacciate di fantasia, ho iniziato a chiedermi se vediamo tutto e solo con gli occhi.»
Elisa Longo nasce a Tradate (VA) il 14 maggio 1974 da genitori pugliesi. Cresce e respira l’aria di Panni, un paesino a 801 m. s.l.m. del Subappennino Dauno. Si laurea in lingue e letterature straniere all’Università Cattolica di Milano. Scrittrice di racconti e poesie, partecipa alla prima lettura pubblica a novembre 2017. Il pubblico si incuriosisce e comincia a interessarsi alla sua poetica che sembra emergere dal nulla. A maggio 2018 vince il “No Lunch Poetry Slam” dell’edizione del Festival Internazionale di Poesia di Milano e comincia la sua collaborazione con alcuni poeti della scena milanese. “Non penso che la poesia debba essere rinchiusa nei salotti o essere letta solo nelle riviste letterarie. La poesia risuona per le strade, quando è viva dialoga con il panorama circostante. Vedere una donna passeggiare è poesia. Io scrivo una poesia del quotidiano e la metto a disposizione di chiunque voglia leggerla: nei salotti, nelle riviste poetiche, nei poetry slam o per strada.” Pubblica Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia, curata da Stefano Donno de I Quaderni del Bardo Edizioni, ad agosto 2018, in vendita in versione e-book. Il libro riscuote un grande successo. Pubblica, sempre con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, Come se qualcuno vi vedesse nudi, una raccolta di cinque racconti per parlare di sentimenti, in e-book a ottobre dello stesso anno e in versione cartacea ad agosto 2019. Impegnata nel sociale per la parità di genere, collabora come volontaria con le “Case delle donne”. Performer, alterna la lettura delle sue poesie con stralci di prosa, di brani cantati, cucendo un dialogo tra le arti per arrivare a un significato altro.
In copertina: Illustrazione di Alessandro Baronciani
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sabato 28 novembre 2020
Ragazzo di luna di Alexander Korotko (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Alexander Korotko oggi è autore di una trentina di libri (opere poetiche e di prosa). I suoi testi sono inseriti in antologie, almanacchi e riviste letterarie. Le sue poesie sono state tradotte in ebraico, inglese, francese, tedesco, polacco, greco e ucraino. È membro dell’Unione degli scrittori d’Israele, dell’Accademia Europea delle scienze, delle arti e delle lettere, vincitore del premio letterario dell’Accademia Mihai Eminescu (Romania, 2017) e del premio letterario «L’amour de la liberté » (Paris, 2017). Alexander Korotko ha lavorato con successo a generi diversi di poesia e di prosa. Suoi testi sono stati messi in scena e alcune poesie sono state musicate da compositori di fama e sono entrate nel repertorio di cantanti famosi.
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venerdì 27 novembre 2020
giovedì 26 novembre 2020
Le figlie delle onde di Valentina Madonna (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Durante i lavori di ristrutturazione di un antico palazzo nel centro storico della città vengono rinvenuti, nei sotterranei, i resti di una giovane donna sconosciuta. Il prezioso rosario che stringe tra le dita potrebbe forse rivelare la sua identità: l’iscrizione presente sulla medaglietta del monile rimanda all'Ancilla Domini, un collegio seicentesco poco distante, dal quale, in una notte d’estate del 1938, due studentesse, Miranda D’Amelio e Celeste Barsi, erano svanite nel nulla insieme a Guido Alatri, il loro affascinante maestro di musica di origini ebraiche. Partendo da quell’austera struttura religiosa, Anna, una pronipote di Celeste, riuscirà, tra colpi di scena e incredibili rivelazioni, a far luce sulle ragioni che costrinsero i tre a fuggire, facendo emergere dagli abissi del passato una verità scomoda e inquietante che rimanda agli anni del secondo conflitto mondiale. In una sorta di vorticosa caccia al tesoro, con una scrittura feroce ed elegante, l’autrice fa muovere i protagonisti del suo nuovo lavoro tra i vecchi vicoli della città barocca e lungo le coste frastagliate dello Jonio, tra le cui onde, come ammalianti sirene, sembrano ondeggiare sinuosamente amori e torbide passioni, menzogne e segreti, enigmi e messaggi in codice. Valentina Madonna da vita a un nuovo Mystery che s’ispira sfacciatamente alla produzione letteraria della sua scrittrice preferita, Agatha Christie.
In copertina un dipinto dell’artista Marco Tommaso Fiorillo
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mercoledì 25 novembre 2020
Poetiche dell’Invisibile di Donato Di Poce (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Rappresentare l’invisibile attraverso le arti figurative: la cosa parrebbe un controsenso, almeno da un punto di vista linguistico. Infatti, per definizione, l’artista è colui che descrive la realtà. E la raffigura in maniera visibile. Nel senso che, quello che noi possiamo vedere in un’opera, soprattutto quando si tratta di arti figurative, è qualcosa che cade sotto i sensi. La risposta dell’arte nella descrizione dell’invisibile è evidenziata, in maniera sicuramente molto esauriente, e in molti momenti suggestiva, nella poetica dell’invisibile scrutata con attenzione nei “Quaderni d’Arte del Bardo”, in particolare sui tre titoli: “Pittura dell’invisibile”, “Scultura dell’Invisibile” e “Fotografia dell’invisibile”, editi prima su Amazon/Kindle in formato e-book e ora riuniti in un unico testo cartaceo a cura di Donato Di Poce, editor Stefano Donno con il titolo Poetiche dell’Invisibile. Un’avvincente novità editoriale che in una fortunata e originale contaminazione di Poesia, Critica d’Arte e Fotografia, delinea e ci fa vedere nuovi orizzonti e visioni dell’Arte Contemporanea. In questi quaderni, divisi nelle principali arti figurative che conosciamo (pittura, scultura e fotografia), si cerca di seguire quel “filo dell’invisibile” che, in contrasto con quella che può essere un’apparenza, coinvolge diversi elementi delle arti figurative, a livelli differenti. Eppure, l’esperienza artistica è qualcosa che va molto oltre questo, e coinvolge una sensorialità che va oltre la sensorialità che noi possiamo approcciare direttamente.
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martedì 24 novembre 2020
lunedì 23 novembre 2020
Ragazzo di luna di Alexander Korotko (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Korotko si riferisce alla demenza del tempo in modo trascendente, mentre l’intelligenza e la coscienza sono il frutto di uno sforzo che è necessario compiere: bisogna interrompere il sogno per potersi svegliare. Svegliarsi per poter incontrare il procuratore, il capo-redattore che incarna una forza distruttrice e al tempo stesso creatrice. Tuttavia, quando nulla dipende da te, hai paura. Ti si corregge, ti si dà un altro nome, ti si dà e ti si toglie il denaro, la posizione, la condizione e non rimane nulla all’infuori del sogno lunare, che sicuramente ti salva e allora nemmeno la morte di un vicino ti sconvolge più. Siamo davvero esseri umani? Cantiamo l’inno alla nobile follia dei temerari e ci logoriamo perché ci è stato cambiato il nome o è stato tolto un paragrafo al nostro testo. (dalla prefazione di Andreï Bitov)
Alexander Korotko oggi è autore di una trentina di libri (opere poetiche e di prosa). I suoi testi sono inseriti in antologie, almanacchi e riviste letterarie. Le sue poesie sono state tradotte in ebraico, inglese, francese, tedesco, polacco, greco e ucraino. È membro dell’Unione degli scrittori d’Israele, dell’Accademia Europea delle scienze, delle arti e delle lettere, vincitore del premio letterario dell’Accademia Mihai Eminescu (Romania, 2017) e del premio letterario «L’amour de la liberté » (Paris, 2017). Alexander Korotko ha lavorato con successo a generi diversi di poesia e di prosa. Suoi testi sono stati messi in scena e alcune poesie sono state musicate da compositori di fama e sono entrate nel repertorio di cantanti famosi.
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domenica 22 novembre 2020
Visto con i tuoi occhi: (Storie di questo mondo) di Fabrizio Camilli (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Una serie di episodi nel segno della trasgressione vissuti attraverso gli occhi dell'Autore che, trasferendosi ora nella protagonista ora nelle figure comprimarie, segna con passo indolente le diversità come fossero momenti di un tempo vissuto senza percepirne il trascorrere. La violenza sempre a latere di ogni decisione e mai come elemento da rifuggire. Il casuale come vero episodio integrante e giustificativo delle vicende che, a parte il colore intenso della circostanza, lasciano intravedere le debolezze dell'essere umano assurte a ruolo di protagoniste e mai condizionate dalla decisione consapevole dell'Autore. Una miscela di emergenze psicologiche filtrate dalla determinazione di chi decide di non decidere e di vivere emozioni in libertà, senza limiti di coscienza nè capacità di opporsi agli accadimenti. Un libro consigliato a chi ritiene possibile che un uomo ed una donna possano vivere senza pregiudizi ogni sensazione, nella consapevolezza che queste rappresentano il colore di una vita senza futuro. "Era li che si muoveva con gesti lenti e ripetuti intercalando con voce sommessa ogni forma di oscenità all'indirizzo della sua compagna di giochi. Rimasi ad osservare quello strano momento di confidenza, rapita ed attonita. Perché non aveva mai proposto a me quel gioco che lo faceva tanto divertire?"
Fabrizio Romano Camilli (Roma, 18 novembre 1955) è un politico e imprenditore italiano. Nel corso della sua carriera politica è stato assessore ai trasporti, vie di comunicazione e demanio marittimo della Regione Puglia, Presidente del comitato regionale Protezione civile e componente della Commissione regionale antimafia. Dal 2004 autore di romanzi autobiografici e narrativa politica
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sabato 21 novembre 2020
L’indifferenza del cinghiale: Poesie e visioni dalla quarantena di Pietro Berra (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
“Siamo ancora capaci, mi sono chiesto, di muoverci non in branco? Di cercare strade personali, sentieri lungo cui camminare in compagnia dei nostri pensieri e niente più? Il tema degli assembramenti – che nella lingua italiana, prima del Covid-19, significavano un modo poco limpido e costruttivo di stare insieme – ce lo saremmo dovuti porre molto tempo prima, quando ci si ritrovava vicini a centinaia o migliaia non per il piacere di incontrarsi e generare amicizia, idee, progettualità, bensì, principalmente, per consumare. Quello di abitare il mondo da consumatore, più che da essere umano, capace per natura di pensieri, emozioni e intuizioni straordinarie, è un problema centrale della nostra epoca, perché questo comportamento ha un duplice, deleterio, effetto: quello di consumare noi stessi, senza vivere appieno tutte le nostre potenzialità, e di consumare anche i paesaggi che frequentiamo, lasciando contemporaneamente andare in malora quelli dove le masse non arrivano. E poco importa che siano i monti e le colline dove sorgevano i villaggi dei nostri progenitori, dove coltivavano i nostri nonni, dove ci portavano da piccoli la domenica prima che aprissero i centri commerciali e che oggi costituiscono i polmoni del nostro pianeta. Eppure nei giorni di “tempo sospeso” qualche germoglio di cambiamento l’ho visto spuntare nei boschi ai margini della città, molto più interessante degli untori contro i quali si è scatenata la caccia da parte di quelli che erano distratti quando a scuola l’insegnante spiegava i Promessi sposi. Ho visto bambini di solito costretti a tour de force tra scuola, compiti, allenamenti e corsi su tutto lo scibile umano, correre liberi sui sentieri e inventare grandi avventure. Ho visto ragazzi che si erano inerpicati quasi per caso sulla mulattiera, per portare a spasso il cane cui di solito pensava la mamma, tornare il giorno dopo con gli amici più cari. E li ho sentiti parlare tra loro quasi come Thoreau: «Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa [la vita], volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici». Io sento un grandissimo bisogno di semplicità. Ma come la pace, per cui nulla occorre, è così difficile da fare, allo stesso modo la semplicità spesso appare all’uomo troppo complessa da abitare.” (Pietro Berra)
Pietro Berra. nato a Como nel 1975, è giornalista, dal 2013 responsabile de L’Ordine, supplemento culturale domenicale dei quotidiani La Provincia di Como e La Provincia di Sondrio. Ha collaborato per dieci anni con il settimanale Diario diretto da Enrico Deaglio. Ha pubblicato ventidue volumi tra poesia, narrativa e saggistica. Come poeta è stato tradotto in inglese, spagnolo, rumeno, polacco e bulgaro. Collabora con festival letterari e cinematografici, due dei quali ha contribuito a fondare (ParoLario e Lake Como Film Festival). Coordina il Premio internazionale di letteratura “Alda Merini” e presiede l’associazione Sentiero dei Sogni, con la quale promuove progetti legati alla scoperta e valorizzazione dei territori attraverso la narrazione, creando sia eventi periodici (come le Passeggiate Creative) sia sistemi permanenti di interazione tra l’uomo e il paesaggio (la Lake Como Poetry Way e il Parco Letterario “Da Plinio a Volta. Viaggio nelle scienze umane”). Con I Quaderni del Bardo ha pubblicato in precedenza le sillogi: Ode al vento. Una historia de antípodas (2015) e Atlante salentino. Geografie poetiche di una terra estrema (2018). Il suo sito è www.pietroberra.it
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venerdì 20 novembre 2020
giovedì 19 novembre 2020
Le note della Cabala di Grazia Piscopo (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
"Il libro è interessante per la sua valenza umana, esistenziale e sociale. Si presta a una lettura scorrevole perché denota una carica emotiva, creativa che spinge l’autrice a ricercare e dimostrare con metodo scientifico (per eludere ogni pregiudizio), quanto sia nobile la mistica Cabala e quanto possa aiutare chi è “alla ricerca della Verità e della Luce”. La sua è un’operazione catartica; non serve per autocelebrarsi o per attirare l’attenzione mediatica ma, per aumentare la propria energia vitale con l’aiuto della musica, le frequenze, le vibrazioni e il ritmo. Grazia, con lo studio della Cabala sa che Tutto è collegato: corpo, mente e spirito sono ”piani compenetrati”. Prefazione Maestra Prof.ssa Anna Ciaccia
Grazia Piscopo nata a Taranto il 10 febbraio 1961, si trasferisce a Lecce nel 1967 con la famiglia per ragioni professionali del padre. Compie studi umanistici, soprattutto le lingue antiche come il latino, il greco e l’ebraico. Frequenta inoltre con successo la facoltà di Scienze Teologiche e Religiose presso la Curia Vescovile di Lecce. Il 15 marzo 2001 fonda l’Associazione culturale per lo studio delle scienze olistiche “Thorah” (oggi Horah e ricoprendo il ruolo di Presidente della stessa associazione) e diffonde a Lecce e nel Salento la cultura della Cristalloterapia, fino ad allora sconosciuta, e le “cure olistiche” inserite in un contesto mistico. L’amministrazione comunale di Lecce, le affida sedi prestigiose come il Conservatorio S. Anna per diffondere questa disciplina. Il suo vero interesse era sempre e comunque la lingua ebraica, la sua filosofia mistica e la Cabala. La cabala da secoli cenerentola per pochi eletti ebrei, diventa finalmente cultura, storia, Pensiero. Ha pubblicato per i Quaderni del Bardo Edizioni per i cui tipi cura la collana di studi e cultura ebraica, La via della Cabala … la via del cuore (2019). Le note della Cabala è il suo secondo lavoro
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mercoledì 18 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
SILENZI SCRITTI, SILENCIOS ESCRITOS - Aforismi /Aforismos. Antologia Bilingue Italiano-Spagnolo / Antología Bilingüe Italiano-Español a cura di Hiram Barrios e Donato Di Poce. Trad.Yolanda García Arenas ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, di Lecce (Salento, Puglia, Italy), nello spirito multiculturale e Internazionale che la contraddistingue, sono lieti di annunciarvi la pubblicazione del libro a cura di Hiram Barrios e Donato Di Poce dal titolo SILENZI SCRITTI, SILENCIOS ESCRITOS - Aforismi /Aforismos. Antologia Bilingue Italiano-Spagnolo / Antología Bilingüe Italiano-Español
Traduzioni di Hiram Barrios e Yolanda García Arenas / Traducciones de Hiram Barrios y Yolanda García Arenas
Autori Messicani / Autores mexicanos: Anna Kullick Lackner, Armando González Torres, Benjamín Barajas, GeneyBeltrán, Carlos Francisco Gallardo Sánchez, Hiram Barrios, Yolanda García Arenas
Autori Italiani / Autores italianos: Fabrizio Caramagna, Alberto Casiraghy, Camillo Cuneo, Donato Di Poce, Stefano Elefanti, Sandro Montalto, Giovanni Ronzoni
Dallo scritto di Donato Di Poce: ELOGIO DELL’AFORISMA - “…U. Eco, a proposito di uno dei più bei libri di Aforismi mai pubblicato (S. J. Lec: Pensieri Spettinati, Bompiani, 1984), scrisse: “ …un libro che si recensisce (e si raccomanda) leggendolo ad alta voce”, evidenziando con una girandola scoppiettante di citazioni, i bagliori di alcuni aforismi scelti a caso.
Dalla
Introduzione di Hiram Barrios: “…Silenzi scritti raggruppa 14 aforisti
contemporanei: 7 italiani e 7 messicani. Ognuno ha scelto 10 aforismi senza
precedenti per questa raccolta. La richiesta non ha proposto avere un tema
specifico, invece, il silenzio senza essere l’asse tematico, è presente in
quasi tutti gli autori, forse perché la scrittura aforistica ha legami
inaspettati (e insoliti) con il silenzio. Questa antologia mostra alcuni dalle
strade abituali dell’aforisma che si scrive ai nostri giorni, sia in Europa,
sia in America; sia in italiano o forse in spagnolo
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martedì 17 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
The Unknown: Lo Sconosciuto di Kieu Bich Hau (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Kieu Bich Hau è nata nel 1972 nella provincia di Hung Yen, in Vietnam. Vice capo degli Affari Esteri dell’Associazione degli Scrittori del Vietnam. Direttrice editoriale di Vietnam Textile - Garment - Fashion Magazine. Ex vicedirettrice di Intellectual Magazine. Ora vive ad Hanoi, in Vietnam. E’ autrice di numerose pubblicazioni apprezzate a livello internazionale e vincitrice di prestigiosi premi letterari. “Sono versi che l’autrice dedica all’uomo che ama, lontano perché vive in un altro continente, ma la cui presenza è da lei avvertita grazie al ricordo dei momenti trascorsi insieme, momenti che la poesia fa rivivere in modo intenso, da cui emergono i vari e spesso contrastanti stati d’animo che accompagnano inevitabilmente l’amore, sentimento dalle molteplici sfaccettature” (Laura Garavaglia)
In copertina: Painting by Artist Hoang A Sang
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lunedì 16 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
Subbuglio di Alessandra Peluso ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
C’è una tendenza nella poesia italiana che va avanti da sette secoli ed è un portato diretto dell’azione di Francesco Petrarca: il lessico dev’essere rarefatto, selezionato, deve escludere aspetti troppo realistici e diretti, non deve descrivere in modo diretto la realtà. Anche senza conoscere Petrarca (ma i Grandi lo conoscono bene), i nostri poeti non scrivono quasi mai la parola aereo, o ferro da stiro, o melanzana: le loro piante sono il viburno, l’edera, il gelsomino, non la gramigna, il melone, il pomodoro. Abbiamo fatto questa premessa perché Subbuglio, l’ultima raccolta di Alessandra Peluso, è come minimo una lettura sorprendente: riesce a tenere insieme la lezione formale di Petrarca con il punto di vista femminile sull’amore, inteso questa volta più come eros che come agape, aspetto già questo di grande originalità e di cui troviamo pochi precedenti nella poesia italiana. Riesce a sublimare, attraverso un linguaggio etereo e ricercatissimo, aspetti intimi. Suggerisce, non descrive. Inspira ed espira seguendo il ritmo binario della natura, che è quello delle maree. Quello della notte e del giorno. Quello della terra e del cielo. Quello del silenzio e del suono. Quello del battere e levare. Quello della sensualità. Quello della sessualità. (Marcello Aprile - Ordinario Linguistica italiana, Università del Salento)
Alessandra Peluso. Amante della libertà. Di ogni luogo. Delle anime. Collabora con l'Università del Salento (Bioetica, Filosofia politica, Storia della pedagogia) e con l’Università di Urbino Carlo Bo (Storia della filosofia, Filosofia della cultura). La prima raccolta di versi è “Canto d’Anima Amante” (2010), “Ritorno Sorgente” (2013), a cui è seguita “Sul Boxer del Nonno verso la Poesia” (2016).In copertina opera dell'artista Benedetta Longo
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domenica 15 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
Mauro Rea: Icone Pop: (Dalle matrici dell’incompiuto alla Stanza di Arles) di Donato Di Poce (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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sabato 14 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
La Poesia e la Libertà Antologia del Festival e Premio Internazionale di poesia e narrativa Europa in Versi 2020
Con questa antologia “festeggiamo” la decima edizione del Festival Internazionale di Poesia Europa in versi, che si è tenuto on line a causa dell’incertezza legata alla possibilità di organizzare eventi con un pubblico numeroso, dovuta alla pandemia causata dal virus Covid19. In tal modo non abbiamo voluto rinunciare ad organizzare questo importante evento, da anni ormai radicato sul nostro territorio e conosciuto a livello internazionale. In dieci anni La Casa della Poesia di Como, con il Festival Europa in versi, ha portato a Como e Milano poeti di fama mondiale provenienti da ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanda al Giappone, dalla Corea del Sud agli Stati Uniti, alla Colombia, all’Uruguay, al Cile, a Cuba, al Brasile, all’Iran, al Libano, alla Turchia, oltre che dalla maggior dei Paesi europei. Ogni anno il Festival ha trattato un tema di rilevanza culturale o di attualità e le antologie uscite fino ad oggi sono una importante opportunità non solo per avere una panoramica della poesia a livello mondiale, ma anche per incontrare attraverso la parola poetica “l’altro da sé”, indispensabile in un mondo globalizzato. (Dall’Introduzione di Laura Garavaglia).
Mai tema, programmato fin dal 2019, potrebbe essere più in sintonia con la situazione del momento. La poesia afferma la sua vocazione alla resistenza (o alla resilienza, come si ama dire oggi), declinandola nelle sue più svariate forme in relazione con l’individualità e la situazione sociale del poeta. La parola diventa allora pronunciamento di resistenza politica, di resistenza all’emarginazione, di resistenza al male e al nemico, di resistenza all’esilio e all’isolamento, di resistenza all’odio, di resistenza ai propri demoni interiori o semplicemente all’ineluttabilità del tempo che passa. Una vocazione a rappresentare la dignità dell’essere umano che non è certamente innescata eccezionalmente dai tempi della pandemia. Semmai questi ultimi evidenziano come tale vocazione sia parte costituzionale della dimensione del poetico e sia soprattutto una invocazione del poeta all’altro, ove l’altro non è un ente alieno o metafisico, ma l’Uomo nella sua identità collettiva. La poesia, cioè, è sempre una campana, chiama a raccolta, esige riconoscimento e schieramento sotto il vessillo di una opposizione. È il suo stesso statuto di proposta di scrittura eterodossa ad autorizzare il deragliamento al di là dei binari della consuetudine e dei più compromessi usi e abusi della parola. (dall’introduzione di Andrea Tavernati)
In copertina una posterizzazione di un’opera di Alberto Giacometti, La Piazza (1948)
JUAN CARLOS ABRIL, SƏLIM BABULLAOĜLU, ATTILA BALAZS, MARIA DO SAMEIRO BARROSO, MARÍA ELENA BLANCO, VIOREL BOLDIS, METIN CENGIZ, FABRIZIO DALL’AGLIO, ION DEACONESCU, MILO DE ANGELIS, CHOI DONGHO, MAURO FERRARI, MARISOL BOHORQUEZ GODOY, HUSSEIN HABASH, HUSSEIN HABASH, SANDOR HALMOSI, KIEU BICH HAU, MARKUS HEDIGER, JETON KELMENDI, KIM KOOSEUL, DANTE MAFFIA, NIKOLA MADZIROV, RICCARDO MEREU, MARIA MISTRIOTI, VICTOR RODRIGUEZ NUÑEZ, GUIDO OLDANI, TAMER ÖNCÜL, MIRNA ORTIZ LOPEZ, JULIO CÉSAR PAVANETTI GUTIÉRREZ, CLAUDIO POZZANI, ALESSANDRO QUATTRONE, FRANCOISE ROY, OTTAVIO ROSSANI, NATASHA SARDZOSKA, VALERIU STANCU, MARIKO SUMIKURA, DMYTRO TCHYSTIAK, JORDI VIRALLONGA, BILL WOLAK
E ancora: Cristiano Poletti, Marisol Bohorquez Godoy, Roberto Pazzi, Stefano Pini, Ksenja Laginja, Maria Elena Blanco, Lorenzo Babini, Anna Chiara Bassan, Dimitri Milleri
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venerdì 13 novembre 2020
TEMPORARY STORE SINCE 2003
La vena verde di Alessio Arena ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
«“La morte è la vergogna che avvelena la vita di chi resta”. Lo diceva mio padre, quando mi guardava scomparire nel materasso. E piangere, pensando alle opinioni dei signori.Chi muore, almeno, non deve più curarsene.Mi capita ancora di ripensare al soffitto della mia stanza in quella casa. Un intonaco bianco, con una vena verde. Amavo navigarla con gli occhi da una punta all’altra per ore e ore. Era il mio rifugio, il mio vantaggio su quel mondo tremendo di padri e padroni sovrapposti”»
Alessio Arena è nato a Palermo il 12 ottobre 1996. Nel 2018 si è laureato in Lettere presso l’Università degli Studi di Palermo. Nel 2020, in anticipo di un anno accademico, ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze storiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 2018 conduce «La biblioteca di Babele», rubrica di lingua e cultura italiana trasmessa dalla Radio Nazionale argentina. Dal 2018 è collaboratore della sezione «lingua italiana» di Treccani. Dallo stesso anno è Ambasciatore del C. P. per il Club per l’Unesco di Matera attraverso il progetto «Distributori di Poesia». Dal 2019 è cultore di storia del costume presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Dal 2020 è cultore di letteratura e filosofia del teatro, di storia dello spettacolo e di storia del cinema e del video presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti a livello internazionale tra cui nel 2016 il I Premio Internazionale «Salvatore Quasimodo», nel 2018 il Premio «Virgilio Giordano», il Premio «Italia Giovane» a Roma e nel 2019 il Premio Internazionale della World Poetry Conference in India. Ha pubblicato, fino ad oggi, nove libri, tra cui cinque raccolte di poesie e due saggi. Alcune sue opere sono state tradotte in spagnolo e in arabo.
Postfazione di Fabrizio Catalano
In copertina opera di Mattia Pirandello
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